Posa delle piastrelle: le parole da imparare prima di cominciare una ristrutturazione

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State pensando di ristrutturare casa vostra o magari soltanto una stanza, come il bagno e la cucina?

Per quanto affidarsi a consulenti esperti ed aziende serie che vi seguano passo passo sia la scelta migliore, può essere una buona idea approfondire la vostra conoscenza di alcuni aspetti e terminologie che potranno tornarvi utili in questo percorso.

In particolare, se sarà necessario posare delle piastrelle come pavimento o rivestimento, sapere il significato di alcuni termini ricorrenti potrà rendervi molto più facile la comprensione dei preventivi, delle opzioni stilistiche a vostra disposizione e della sequenza dei lavori.

Quali sono le parole chiave del lavoro di un piastrellista 

Innanzitutto, partiamo da quello che “ci sta sotto” ovvero fondo di posa, massetto e intonaco.

Con “fondo di posa” si intende la superficie sulla quale verranno posate le mattonelle. Nel caso del pavimento essa è rappresentata da uno strato di cemento chiamato “massetto”. Nel caso di una parete questa funzione viene invece svolta dall’”intonaco” ovvero lo strato di malta protettivo che si applica sulla muratura. 

Fondamentale è poi il “collante” che serve per l’appunto a fissare le mattonelle alle superfici. I collanti migliori variano a seconda del materiale delle mattonelle (es. ceramica, gres, legno, pietra ecc.), della loro grandezza e peso, della posizione in cui dovranno essere posate. La scelta della colla giusta è fondamentale per garantire una riuscita ottimale del lavoro, che dipende anche da una pulizia del sottofondo eseguita con attenzione. 

In altri casi i pavimenti vengono invece posati a secco, ovvero ad esempio inchiodati o incastrati in modo da restare fermi e aderire al sottofondo.
Nel caso di posa a incastro, ad esempio per il parquet, essa viene definita come “flottante”, come alternativa a quella incollata.

Quando le piastrelle vengono posate, poi, lo spazio tra l’una e l’altra viene chiamato “fuga” che, per ragioni tecniche o estetiche, può essere più o meno larga. Il “fugante” è il materiale che viene inserito per riempire questi spazi.

Il fugante più comune è a base cementizia, ma ne esistono di tipologie speciali – ad esempio antimacchia – pensate per luoghi più soggetti a questo rischio e che naturalmente avranno un costo maggiore.

Esistono anche fuganti colorati, progettati per ottenere effetti estetici particolari o fuganti a base di resina, più chiari, per le tipologie di posa che rendono questa scelta preferibile.

Spesso i clienti chiedono – per esempio nel caso della scelta di pavimenti gres effetto legno – se è possibile una posa senza fughe, per ottenere un effetto più realisticamente simile al vero parquet.

Il problema è però che mentre il legno è in grado di deformarsi e ritornare alla sua forma iniziale per assorbire i movimenti del sottofondo, i materiali come il gres non hanno questa capacità e quindi, sottoposti a questo tipo di sollecitazioni, finirebbero per rompersi.

La scelta migliore è quindi quella di ridurre al minimo le fughe e scegliere un buon fugante, ottenendo allo stesso modo una resa estetica di prim’ordine.

Tipologie di posa delle piastrelle

Cosa si intende infine con termini come “posa a correre” , “posa lineare”, “posa a cassero”, “posa a scacchiera” ecc.?

Si tratta delle varie opzioni che avete a disposizione sulla posa delle mattonelle. Pensate ad esempio di avere a disposizione mattonelle quadrate per un pavimento. Potreste decidere di tenere i lati esattamente paralleli alle pareti per una “posa lineare” oppure ruotarle e ottenere una “posa diagonale”.

Nel caso del parquet invece, ad esempio, si può scegliere la “posa a correre”, la più gettonata nelle case contemporanee, anche nel caso del gres effetto legno. Si tratta di quella in cui le mattonelle vengono posate in modo che i lati corti si trovino progressivamente sfasati tra loro, in modo regolare.

Un tocco vintage invece può essere invece conferito dalla classica “posa a spina di pesce” in cui coppie di mattonelle vengono disposte a 90 gradi tra loro e posate in linee parallele, tanto in voga nelle camere da letto delle case italiane del dopoguerra. Anche in questo caso poi esistono varie versioni leggermente differenziate tra loro: quella italiana, quella francese e quella ungherese.

Le tipologie di posa sono davvero infinite, da quella “a cassero – regolare o irregolare” – a quella “a scacchiera”, da quella “a fascia e bindello” a quella “a sorella”.

Piuttosto che cercare di capirle da una descrizione a parole è sempre meglio farsi mostrare delle foto dal piastrellista o da chi sta seguendo il progetto e – una volta consegnate le mattonelle in cantiere – simulare le varie tipologie sul posto per scegliere quella migliore.

Esistono infatti regole e consigli da seguire – ad esempio in base all’ampiezza della stanza o l’altezza dei soffitti – ma sicuramente si tratta anche di una questione di gusto personale e quindi non abbiate paura di fare domande, per trovare insieme la soluzione migliore per le vostre esigenze.

 

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